Il Galata Museo e il porto di Genova visti dai ragazzi


Sabato 14 aprile io e la mia classe, accompagnati dalla professoressa Guglieri e dal professor Artuso, ci siamo recati al museo Galata.
L'uscita didattica è stata veramente interessante. Prima di tutto, la giuda ci ha fatti sedere davanti a un quadro ed ha raccontato tutto ciò che riguardava il Porto di Genova a fine Medioevo.
Successivamente ci ha parlato delle tre caravelle di Colombo: la Nina, la Pinta e la Santamaria, quest'ultima capitanata da Colombo.
In seguito abbiamo visto una riproduzione del porto di Genova e la guida ci ha spiegato come fu costruito e come si è evoluto.
Subito dopo c'erano tre tende e in ognuna di esse c'era un manichino. Questa è stata la cosa che mi ha colpito di più perché sembrava si muovessero e ciò ha suscitato in noi un po’ di inquietudine.
Dalle tende siamo passati in una sala dove abbiamo potuto ammirare delle armature e degli elmi
dell’epoca.
Successivamente abbiamo visto una Galea molto imponente. La guida ci ha spiegato le abitudini di vita degli uomini a bordo di questa Galea e i rischi di malattie derivanti dal fatto che nelle scorte di cibo erano presenti i topi. I rematori si cibavano di gallette e bevevano acqua marcia così, in mancanza di vitamine si ammalavano di scorbuto. Inoltre la guida ci ha spiegato che i rematori, solitamente schiavi o prigionieri, non potendosi mai alzare, facevano i loro bisogni sulle panche della nave: ciò portava grandi malattie e infezioni causando spesso la morte.
L'ultima cosa che abbiamo fatto è stata quella di salire sulla riproduzione di una nave per vedere la cabina del timone e la stanza del comandante.
Questa visita è stata veramente interessante anche per capire la storia di Genova nell'antichità: il museo Galata è un posto che ha davvero catturato la nostra attenzione.
Irene Iula



Visita del Porto

Durante un freddo giorno autunnale,la classe prima G si è recata al Genoa Port Center per svolgere una attività riguardante il porto e la fauna che lo popola.
Dopo aver preso l’autobus ed essere arrivati a destinazione due guide ci hanno accolti nel battello che ci avrebbe guidati all’interno del porto.
Subito ci siamo messi ad osservare l’area circostante uno dei due ci spiegava il funzionamento della pesca del plancton.
Dopodichè, usciti dall’imbarcazione, siamo andati ad osservare al microscopio i piccoli organismi che popolano il mare del porto di Genova, di cui ci sono state elencate le principali caratteristiche.
Successivamente la guida ci ha illustrato la struttura del porto, come avvengono i  monitoraggi sugli spostamenti commerciali e i controlli sulle merci in entrata e in uscita.
Infine siamo tornati a scuola e, una volta in classe, abbiamo discusso sull’uscita appena fatta esponendo le nostre impressioni.

Nicolò Gastaldi e Alessio Rota








Il Porto di Genova con la guida del Sig. Capurro

Cenni di storia del porto


Le origini della città di Genova sono antichissime e ancora oscure. Di certo si sa che fu fondata dai Liguri, popolazione costituita da famiglie isolate che si riunivano soltanto per difendersi dagli attacchi nemici. Si ipotizza che il primitivo insediamento genovese sia stato un castellaro, una fortezza-rifugio, collocata nella collina dove attualmente sorge la Chiesa di Santa Maria di Castello. Questo primo nucleo ha in sé tutte le caratteristiche per diventare un centro marittimo rilevante: 
è posto in una zona protetta perché rialzata
è collocato in prossimità di un approdo sicuro, con arenili adatti all’alaggio delle navi, 
è ricco di acqua dolce, 
si trova in corrispondenza di  valichi appenninici più facili per raggiungere la pianura.
 ampia e profonda offrì la possibilità di una sosta tranquilla e sicura ai navigatori perciò le popolazioni sparse nei “pagi” (villaggi) iniziarono a mandare viveri ed altre merci. Sorse ben presto un mercato e si installarono le prime attrezzature portuali.La stessa posizione di Genova rispetto al mare ne determina i rapporti, soprattutto commerciali, con Fenici e Greci. Quanto detto fa capire come la storia di Genova sia fin dagli inizi legata indissolubilemente al suo porto


IL PORTO IN EPOCA ROMANA
Genova, porto romano, venne distrutta e poi ricostruita come base militare per la guerra contro i cartaginesi. Perchè ritornasse alle sue caratteristiche di porto mercantile, bisogna aspettare il secolo successivo in cui, grazie alla politica economica espansiva di Milano, Genova divenne uno dei porti più importanti del Mediterraneo, punto obbligato di molte rotte mercantili, continuando ad espandersi e a prosperare fino al quinto secolo d.C. quando cadde definitivamente l'Impero Romano d'Occidente. Nel 641 sulle alture che fanno da scenario a Genova si affacciò un altro esercito, composto da barbari al comando del longobardo Rotari, intenzionato a mettere a ferro e fuoco le regioni costiere del Ponente. Mura distrutte, città saccheggiate, gente uccisa. Genova, comunque, si riprese velocemente dal sacco longobardo; ricostruì la cinta muraria e riprese i traffici.




IL PORTO DI GENOVA SI INGRANDISCE
Tra il 1276 e il 1545, tra la Darsena e il Molo, vengono anche costruiti diversi ponti. Nel XVI secolo e agli inizi del secolo successivo, il porto si estende anche nella parte occidentale della baia, dominata dalla Lanterna. Per migliorare le condizioni delle acque nell’interno della baia, nel 1683 Ansaldo De Mari inizia a costruire una gettata, lunga 500 metri, dalla base del Capo del Faro verso il Molo Vecchio: il "Molo Nuovo". Intorno alla prima metà del XIX secolo, vengono eseguiti anche dei lavori di sistemazione interna, il più importante dei quali è la costruzione della Stazione merci in Piazza Caricamento, per la ferrovia Genova-Torino. Per affrontare i movimenti crescenti, si studia un piano di ingrandimento del porto, che, grazie all’elargizione di venti milioni del Duca di Galliera, viene attuato, a partire dall’ottobre 1877, con la costruzione del "Molo Duca di Galliera", del "Molo Giano", di 12 nuovi moli interni, e l’introduzione delle gru idrauliche. l traffici però crescono più rapidamente delle opere portuali e si devono progettare nuovi progetti di ampliamento. Per coordinare i lavori e per raggruppare e coordinare tutte le attività inerenti ai traffici marittimi, con legge del 1903, viene costituito il "Consorzio Autonomo del Porto di Genova", che inizia a funzionare regolarmente nel 1905. Dal 1905 allo scoppio della I guerra mondiale i lavori procedono lentamente. Si costruisce il bacino portuale di Sampierdarena e, per collegare i nuovi impianti portuali sorti ad occidente con il resto del porto, viene spianata la collina di San Benigno. L’ampliamento del porto di Genova verso ponente continua nel corso degli anni fino alla realizzazione più recente, a partire dal 1992, dell’area portuale di Voltri, il VTE. Espansione che è ancora in corso e si rivolge anche allo sviluppo del "Distripark" nelle aree ausiliarie alle spalle del terminal marittimo. Il futuro nel piano regolatore portuale prodotto dall’Autorità Portuale succeduta al Consorzio Autonomo a seguito della legge di riforma dei porti del 1994, e nel dibattito apertosi con la presentazione del cosiddetto "affresco" di Renzo Piano
Tra il 1276 e il 1545, tra la Darsena e il Molo, vengono anche costruiti diversi ponti. Nel XVI secolo e agli inizi del secolo successivo, il porto si estende anche nella parte occidentale della baia, dominata dalla Lanterna. Per migliorare le condizioni delle acque nell’interno della baia, nel 1683 Ansaldo De Mari inizia a costruire una gettata, lunga 500 metri, dalla base del Capo del Faro verso il Molo Vecchio: il "Molo Nuovo". Intorno alla prima metà del XIX secolo, vengono eseguiti anche dei lavori di sistemazione interna, il più importante dei quali è la costruzione della Stazione merci in Piazza Caricamento, per la ferrovia Genova-Torino. Per affrontare i movimenti crescenti, si studia un piano di ingrandimento del porto, che, grazie all’elargizione di venti milioni del Duca di Galliera, viene attuato, a partire dall’ottobre 1877, con la costruzione del "Molo Duca di Galliera", del "Molo Giano", di 12 nuovi moli interni, e l’introduzione delle gru idrauliche. l traffici però crescono più rapidamente delle opere portuali e si devono progettare nuovi progetti di ampliamento. Per coordinare i lavori e per raggruppare e coordinare tutte le attività inerenti ai traffici marittimi, con legge del 1903, viene costituito il "Consorzio Autonomo del Porto di Genova", che inizia a funzionare regolarmente nel 1905. Dal 1905 allo scoppio della I guerra mondiale i lavori procedono lentamente. Si costruisce il bacino portuale di Sampierdarena e, per collegare i nuovi impianti portuali sorti ad occidente con il resto del porto, viene spianata la collina di San Benigno. L’ampliamento del porto di Genova verso ponente continua nel corso degli anni fino alla realizzazione più recente, a partire dal 1992, dell’area portuale di Voltri, il VTE. Espansione che è ancora in corso e si rivolge anche allo sviluppo del "Distripark" nelle aree ausiliarie alle spalle del terminal marittimo. Il futuro nel piano regolatore portuale prodotto dall’Autorità Portuale succeduta al Consorzio Autonomo a seguito della legge di riforma dei porti del 1994, e nel dibattito apertosi con la presentazione del cosiddetto "affresco" di Renzo Piano.